Fausto Gresini: “Con Aprilia la strada non sarà facile”

Alvaro-Bautista-Fausto-Gresini

La partnership Gresini RacingAprilia sembra essere destinata ad un inizio tutto in salita, almeno per quelle che saranno le prime prese di contatto con la categoria della MotoGP. La prima è una squadra ben collaudata nel Motomondiale e gestita da un professionista quale Fausto Gresini, due volte iridato nella 125cc, la seconda è una Casa motociclistica di tutto rispetto, ma a digiuno nel mondiale dei prototipi (sotto forma di moto ufficiale) dal 2004.

Il binomio italiano farà affidamento su campioni presenti già da tempo nel mondo delle corse, quali Marco Melandri ed Álvaro Bautista. Il tutto a formare un pacchetto senz’altro competitivo, che dovrà però vedersela con squadre e piloti già avvezzi alle caratteristiche ed al regolamento della MotoGP. La moto, che da febbraio sarà alle prese con i test pre-stagionali, è una versione strettamente derivata dalla ART, protagonista del campionato del mondo 2013 e condotta in pista da Aleix Espargaró, ma, così com’è stato fatto da Ducati lo scorso anno, si avvarrà di una concessione particolare che la annovererà all’interno della classe Open. La Casa di Noale, prendendosi i giusti tempi, vorrà ripetere i successi ottenuti in Superbike, ma è lo stesso team manager Fausto Gresini ad esprimersi non in particolar modo ottimista per la stagione che è ormai alle porte, seppur speranzoso in un prossimo futuro:

“La strada non sarà facile perché la MotoGP è una categoria dura, e quindi sarà difficile fare immediatamente dei risultati. Abbiamo una casa costruttrice dietro di noi che lavorerà al massimo, ma noi ci ritroveremo a competere con grandi marchi che hanno trascorso molti anni in MotoGP, investendo in tecnologia, e non sarà affatto facile trovare un modo per raggiungerli nel breve periodo. L’accordo è per i prossimi quattro anni, in modo da avere abbastanza tempo per cominciare a vedere e capire le cose di cui abbiamo bisogno in tempo. Sarà un’esperienza molto diversa da ciò che abbiamo fatto finora, perché lavorare a stretto contatto con una fabbrica è ovviamente molto diverso dall’essere un team satellite.”

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