La SIC 58 Squadra Corse alza il livello, puntando al CEV

Paolo-Simoncelli

Gli obiettivi della SIC 58 Squadra Corse crescono, così come la voglia di Paolo Simoncelli di investire in qualcosa di davvero importante e “nato per non morire dentro”. Queste le parole utilizzate dal padre del campione scomparso più di tre anni fa per descrivere la propria sfida lavorativa e personale.

Dopo aver preso parte al CIV per dar voce ai giovani talenti nostrani, il team italiano ha deciso di tentar fortuna oltre confine, provando la carta del Campionato Spagnolo, che dall’anno prossimo sarà considerato a tutti gli effetti un mondiale juniores. Il primo approccio con il campionato ispanico è avvenuto in coincidenza con l’ultimo appuntamento stagionale a Valencia, dove i piloti Tony Arbolino e Anthony Groppi hanno utilizzato le KTM di Enea Bastianini e Niccolò Antonelli. Grande è stato dunque anche il supporto di Fausto Gresini, socio a tutti gli effetti della squadra dedicata al campione di Coriano. Oltre alla ricerca di nuovi portacolori italiani di grande talento, lo scopo di Paolo Simoncelli è quello di riportare un giorno non troppo lontano l’immagine del figlio nel Motomondiale, ma per maggiore chiarezza lasciamo i commenti al diretto interessato, il quale si è aperto ai microfoni di motogp.com:

“Tutto è iniziato per mettermi alla prova. Dopo due anni ho telefonato agli sponsor di Marco e tutti mi hanno appoggiato. Siamo partiti con due Honda 125 per Kevin Sabatucci e Mattia Casadei. Questa è stata la mia scommessa. Poi l’anno scorso abbiamo preso altre due Pre-Moto3, con Nicodemo Matturro e Tony Arbolino, col quale abbiamo vinto quest’anno il Campionato Italiano della categoria. Ad esser sincero, tutto è nato per non morire dentro. Nel momento in cui, alla prima gara, ho visto anche mia moglie e mia figlia, ho capito che quella era la strada giusta per andare avanti.”

Simoncelli senior ha poi proseguito chiarendo i dettagli economici ed organizzativi del team:

“Il problema di ogni team sono i soldi. Ho quattro piloti e due di questi non pagano nulla. Devo dire però una cosa: in questo progetto mi ha aiutato anche Fausto Gresini. Lui dice di essere il 49% della squadra. In realtà è il 50, ma mi lascia fare tutto quel che voglio, dice che la squadra è mia. Il nostro obiettivo è arrivare al Mondiale. Abbiamo l’immagine di Marco noi, e voglio che quell’immagine arrivi al Mondiale. Punto molto su Tony, che per me è un vero fenomeno; non aveva mai guidato una Moto3 a Valencia e tutti hanno visto di cosa è capace. Sono fermamente convinto che questo campionato sia di un livello tale che ti permette di capire se puoi o meno esser pronto per un Mondiale. In Italia l’organizzazione è buona ma il livello è leggermente inferiore. Voglio vedere quanto valgono i miei piloti. Nel 2015 disputeremo tutto il campionato sicuramente con Arbolino, il secondo pilota dobbiamo ancora deciderlo. L’idea è quella di continuare in Italia, sempre con quattro piloti e dopo vedremo…”

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