Jorge Lorenzo, voto 9. Silenzioso durante le prove del weekend, altrettanto trasparente tra le file delle qualifiche. Parte come un razzo lasciando una scia di fumo sul warm up, poi rilancia la sua figura di maschio alfa e finisce a tagliare il traguardo ad un millesimo dal rivale spagnolo. Ci credo e non ci credo, spettacolo incredulo.
Marc Marquez, voto 8. Protagonista con una tachicardia che aumenta pian piano con modica velocità. Si innalza verso il cielo azzurro con un ritmo costante, fino a scendere in picchiata sull’avversario e sfiorare il miracolo del Mugello. Aquila reale.
Valentino Rossi, voto 8,5 (?). E’ stato bello finchè è durato. Pole position nella gara di casa, un clima sereno, un tappeto umano di teste gialle pronte ad inneggiarlo come un re dell’antica Roma. Tutto era dettato dal mondo delle fiabe, tutto perfetto eccetto il motore di una Yamaha che fa i capricci e lo costringe ad arrestare la sua incoronazione. Sovrano del popolo.
Andrea Iannone, voto 7,5. Testardo e costante. Mette l’anima durante le prove e risulta competitivo per i crono determinati dalle qualifiche. Con un bene d’amor proprio punta alla rivincita morale su Ducati sputando sangue in pista, ma finisce a leccare qualche ferita sparsa. Il leone affamato di gloria.
Andrea Dovizioso, voto 6. Parte male, ingrana bene e risale la classifica fino a sfiorare il pensiero di un rimonta. Sorpassa, si rende interessante, ma scivola poco dopo nell’ombra dei mediani. Imbottito di antidolorifici tenta la scalata, cadendo con stanchezza nel tunnel buio dei padroni di casa incapaci di proteggere il loro ruolo.
Dani Pedrosa, voto 4. Nonostante l’iniezione di autostima regalatogli dalla casa giapponese per il rinnovo del contratto, lo spagnolo è assente. Ogni tanto alza la mano per ricordare la propria presenza in classe, ma dall’ultimo banco la visuale è offuscata. Presente, ma non troppo.