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MotoGP

Casey Stoner, i motivi del suo prematuro ritiro: c’è un vero dramma dietro la sua scelta

Il bicampione della MotoGP, Casey Stoner, è stato tra i rider più vincenti dell’era moderna. Si è ritirato a soli 27 anni, lasciando tutti gli appassionati a bocca aperta.

Nessun ducatista al mondo si offenderà del fatto che Casey Stoner sia stato il talento più splendente della storia della Ducati. L’australiano non ha conquistato due mondiali di fila come Pecco Bagnaia, nelle ultime due stagioni, ma ha dimostrato delle capacità che nessuno ancora è riuscito ad emulare. Con un tyre management da sogno, il canguro australiano era in grado di scappare via in sella ad una Desmosedici che sembrava riuscire a funzionare solo nelle sue mani ad un ritmo impressionante.

Il ritiro di Casey Stoner (Ansa) motomondiale.it

Quando arrivò in Emilia, Casey era semplicemente un ragazzo dalle belle prospettive con un solo campionato in top class sulle spalle. Nessuno avrebbe potuto immaginare, nemmeno il più ottimista dei fan della Rossa, che avrebbe potuto al debutto fare la storia. Nel 2007 Casey, a suon di trionfi, sbaragliò la concorrenza, ammattendo Nicky Hayden e Dani Pedrosa sulla Honda e un Valentino Rossi nella migliore fase della sua carriera. Il nativo della Gold Coast dimostrò di essere nettamente più forte di tutto e di tutti.

Sulla Desmosedici aveva la capacità di danzare come un ballerino, prendendosi i rischi necessari nelle prime fasi, per poi amministrare in scioltezza nei finali dei Gran Premi.

E’ sempre stato un ragazzo schivo che non amava l’impatto mediatico e la fama. Era un appassionato vero di moto che avrebbe fatto a meno dei mind games del Dottore e dei titoloni dei giornali. Solare e, allo stesso tempo, chiuso con coloro che non conosceva, Casey raggiunse il suo obiettivo a soli 22 anni.

Dopo essersi laureato campione del mondo in sella alla Ducati, mezza Italia impazzì per lui. Un’altra fazione, legata ai trionfi del #46, lo videro come un bersaglio da abbattere. Nel 2008 e nel 2009 Valentino Rossi tirò fuori il massimo potenziale dalla sua Yamaha M1 per sconfiggere un fenomeno come Stoner. Il nove volte iridato di Tavullia si rese conto delle skill mostruose del rivale di Southport quando salì, in seguito, in sella ad una Ducati.

Il ritiro scioccante di Casey Stoner

Dopo 4 anni in Ducati di altissimo profilo, l’australiano decise di provare a vincere anche in sella alla Honda. Demolì il suo teammate Pedrosa, riuscendo nell’impresa di vincere 2 titoli su 2 moto diverse, come aveva fatto solo Valentino Rossi in era MotoGP. Nel 2012 avrebbe dovuto difendere la corona, ma già ad inizio stagione annunciò la fine del rapporto di amore e odio con la classe regina. Lasciò nelle mani del rookie Marc Marquez una moto da sogno.

Il ritiro scioccante di Casey Stoner (Ansa) motomondiale.it

Il centauro, nonostante si trovasse nella migliore fase della sua carriera, decise di appendere il casco al chiodo. La sua ultima stagione fu anche, pesantemente, condizionata da un terrificante infortunio e a quel punto, non correndo i GP di Repubblica Ceca, San Marino e Aragon, a causa delle lesioni alla caviglia destra rimediata nelle qualifiche del Gran Premio di Indianapolis, non riuscì a difendere il titolo conquistato nel 2012.

Stanco e afflitto da problemi di salute salutò tutti a soli 27 anni. Sia a livello fisico che mentale l’australiano aveva bisogno di una pausa. La sua patologia era dovuta ad un affaticamento cronico, a cui seguiva l’ansia, diagnosticata dai medici in una seconda fase. Non avrebbe potuto reggere i ritmi della MotoGP. Decise di far ritorno nella sua Australia per vivere, in serenità, insieme alla sua famiglia.

Nel podcast Gypsy Tales Casey Stoner ha raccontato: “C’erano dei giorni che ero ‘malato come un cane’, poi c’erano quei weekend dove più forte andavo in pista, più volevo morire. Anche la mia schiena si blocca, tra le scapole. La percepisco quando non mi sento tranquillo. Sarebbe stato più facile nella mia carriera se l’avessi saputo e avessi potuto gestire meglio la situazione“.

Davide Russo

Laureato in Giurisprudenza, appassionato delle leggi dei motori. Davide ha iniziato a collaborare con diversi web magazine italiani, spaziando dal Motorsport all’Automotive, con un occhio alle innovazioni e l’altro alle curiosità storiche. Ha un pensiero che è diventato uno stile di vita: “I believe that everyone has a calling, motorsport is my true passion!”.

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