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GP di Spagna preview

La MotoGP torna finalmente in azione, questo fine settimana, dopo che l’eruzione di un vulcano in Islanda ha causato il posticipo del GP del Giappone. Sono stati giorni frustranti per gli addetti ai lavori, mentre la nuvola di cenere stazionava sui cieli d’Europa. Quello che arriva in Spagna è un Fiat Yamaha Team che non vede l’ora di entrare in azione, con Valentino Rossi e Jorge Lorenzo reduci dalla brillante doppietta ottenuta nella gara di apertura.

Rossi a Jerez vanta un record impressionante, con sette vittorie in tutte le categorie, incluse tre con Yamaha conseguite nel 2005, 2006 e l’anno scorso, quando ha regolato Dani Pedrosa per cogliere il primo successo della stagione. Nonostante sia in forma sin dal Qatar, Rossi, probabilmente, è stato grato più di molti altri all’eruzione, considerando che poco prima della partenza, dieci giorni or sono, si era fatto male ai muscoli della spalla mentre si allenava. Lo spostamento del GP gli ha concesso tempo inaspettato per recuperare, ed ora spera di trovarsi in condizione sufficiente per essere della partita, a Jerez.

Lorenzo è tornato in piena forma, dopo la frattura alla mano sofferta prima del via della stagione. Il ventiduenne ha un conto in sospeso con il tracciato, dopo che l’anno scorso è caduto mentre lottava per il podio. Ed è stato ancora su questa stessa pista che Jorge è entrato nella storia come il più giovane pilota di ogni tempo ad aver gareggiato in un Gran Premio. Sempre qui, ha conseguito due vittorie, nel 2006 e 2007, lungo la strada che lo ha portato a conquistare due titoli nella classe 250cc.

La città andalusa di Jerez è la capitale del motociclismo spagnolo ed attira una delle folle di tifosi più numerosa dell’intero calendario. Oltre 120.000 spettatori sono soliti compiere il pellegrinaggio verso sud, per dare vita a quello che si può considerare un carnevale lungo tre giorni, sulle colline che costituiscono un anfiteatro naturale del circuito. Il tracciato offre poche frenate violente e rare opportunità per aprire del tutto il gas, ma spesso mette in scena gare spettacolari. I 4,423 chilometri di pista propongono frequenti e rapidi cambi di direzione, per cui il pilota necessita di un set-up molto reattivo e buon grip al massimo angolo di inclinazione.

Redazione

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