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MotoGP: Bandiera nera per Marquez. Bridgestone riapre il mondiale

Lo scenario paradisiaco in terra australiana, con tanto di gabbiani bianchi e  curvoni che sembrano finire sul mare, ci regala un’atmosfera particolare ed uno scenario mozzafiato, nettamente in contrasto con le emozioni scaturite da questa tappa. Terra che ci ricorda l’ormai leggenda della classe MotoGP,  Casey Stoner, presente nel circuito di casa, anche se privato già durante le prove dei suoi tempi record, complici per una volta insieme, Marc Marquez e Jorge Lorenzo. Resosi protagonista nell’ultimo periodo, Casey Stoner apre il Gran Premio di Phillip Island con un giro d’onore. Nonostante le frecciatine verso un ambiente che non lo soddisfava, rimane comunque presente, anche se come semplice tester nel team a cui è rimasto “legato”.

L’Australia, con il riasfaltamento della pista, costringe il Gran Premio, per questioni di sicurezza, ad una sorta di pit stop, denominato flag ti flag, vietando severamente di effettuare più di dieci giri consecutivi. Regolamento che è stato modificato appositamente per la gara odierna. Allenandosi al cambio moto, neanche fossero meccanici Ferrari, i piloti ingegnano competitivi ogni strategia possibile, nei soli diciannove giri disponibili.

Questa è l’atmosfera che si respira prima dello start, aria di novità per esigenza più che per volere. Aria competitiva, come sempre del resto, fino a che non si arriva ai famosi, nono e decimo giro ed è lì che nasce il caos. In testa il solito trio, Dani Pedrosa adotta la strategia di cambiare moto per primo, seguito da Jorge Lorenzo e non da Marc Marquez, che subisce un errore di comunicazione da parte della Honda ed effettua a sua insaputa l’undicesimo giro, espressamente vietato per questioni di sicurezza.

Tarda ad arrivare in realtĂ  anche la sanzione, che diventa decisiva nel riaprire le sorti del mondiale: bandiera nera.

Tradotto in gergo locale, la bandiera nera, equivale all’uscita immediata dalla pista e a zero punti ai fini della classifica generale. Inutile cercare di capire l’umore di Jorge Lorenzo, che alla scritta “Marquez Out“, se la spassava in solitaria nella sua “gioia infinida“, anche se si dovrebbe esultare per meriti propri, non per demeriti altrui. Scatta inevitabilmente il polverone Bridgestone e la professionalità di chi ha attentato al mondiale del giovane Marquez. Ci si domanda perchè non accorciare i giri come per la classe Moto2 e perchè Bridgestone non abbia pensato di provare anticipatamente le gomme sul circuito, in modo da precedere il rimedio, alla catastrofe! Mischiare moto e regole della Formula1, il rischio è quello di trasformare un campionato sportivo in un teatrino male assortito.

Ulteriori sbandamenti accadono come una catena relativa alla non esclusione immediata di Marc Marquez, da qui infatti deriva il podio di Valentino Rossi. Ennesimo sbaglio, infatti, in casa Honda, che vede Dani Pedrosa rientrare con un giro d’anticipo, sanzionato anch’esso, dovrà cedere una posizione e lo farà con il compagno Marquez, che erroneamente non dovrebbe trovarsi in pista, ma già nei box. Ciò scaturisce l’ennesimo sbaglio, dove fondamentalmente avrebbe dovuto far passare Valentino Rossi, che si porta a casa un immeritato terzo posto. Coraggioso il miracolato Team Yamaha, che per evitare di ringraziare, chiede un ulteriore secondo posto, che in pratica gli spetterebbe, anche se si fa fatica a pensare che la loro moto sarebbe ruscita a stare davanti alla Honda di Dani Pedrosa.

Abbiamo assistito forse per la prima volta in tanti anni, ad un’organizzazione di qualità mediocre, dove ha regnato sovrana la confusione e non la qualità che da sempre contraddistingue il Motomondiale. Troppo impegnati forse all’organizzazione della cerimonia iniziale per Casey Stoner, hanno evitato un’unica performance, trasformando la MotoGP  in un improbabile F1, mettendo comunque a rischio i piloti nel rientro in pista e sfalsando ogni merito.

L’esito finale, è quello di un mondiale riaperto per Jorge Lorenzo, anche se fatica a credere che le sue preghiere abbiano maturato i frutti sperati, visto l’improbabile possibilità. A livello spettacolare sicuramente è un’acquisizione più che una perdita, ma forse Marc Marquez non ha lo stesso pensiero. Come biasimarlo?! Difficile ingoiare il rospo, quando hai seminato bene, ancor più pesante sarebbe veder sfumare il titolo mondiale per una mancanza Bridgestone o dei tecnici, del resto il famoso proverbio afferma: “Non dire gatto, se non ce l’hai nel sacco“.

VincerĂ  un infuocato mondiale, il merito o la fortuna?

Redazione

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