Enea Bastianini: “Mi piacerebbe lottare per la vittoria a Misano”

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In coincidenza con il Gran Premio di Silverstone, in cui è stato più che mai vicino alla vittoria, Enea Bastianini, pilota rookie della Moto3, ha risposto alle nostre domande, svelandoci qualcosa in più su di lui.

Enea ha debuttato quest’anno nella categoria minore del Motomondiale, dimostrandosi sin da subito in grado di ottenere grandi risultati. Dopo qualche gara di adattamento, il pilota del team Junior GO&FUN Gresini si è portato costantemente nel gruppo di testa, giocandosi e conquistando ben tre podi, l’ultimo dei quali arrivato proprio nel weekend appena conclusosi.

Primo anno di Motomondiale: bagarre, qualche caduta, un infortunio, ma soprattutto degli ottimi piazzamenti. Si può definire fondamentale ai fini della tua crescita professionale questa stagione d’esordio? 

“Assolutamente sì! Finora ho potuto imparare tantissime cose e sono contento di aver potuto debuttare con un team che mi ha messo nelle condizioni di poter crescere. Quindi, sì, questa stagione si può ritenere fondamentale per il mio futuro. Ovviamente, però, c’è ancora tanto da imparare!”.

A differenza di altri debuttanti, non hai dovuto attendere molto prima di poterti confrontare con i big della tua categoria; qual è stato il punto chiave per arrivare fin qui? Una moto competitiva? Un team affiatato? Oppure c’è molto del pilota?

“Senza dubbio sia la moto che il team hanno fatto la loro parte: come sempre, quando le cose funzionano si tratta di un insieme di fattori. Anche perché stare con i big non è sempre così facile, quindi è necessario che tutto funzioni al meglio. Io mi trovo bene e riesco ad esprimermi al meglio”.

Ti è stato d’aiuto avere come compagno di box un pilota (Niccolò Antonelli, ndr) che milita in Moto3 già da qualche anno? Ti ha dato qualche dritta ad inizio stagione?

“Avere Niccolò come compagno di squadra è un altro aspetto che ha avuto la sua importanza nel mio percorso di crescita, sicuramente: mi ha aiutato diverse volte per quanto riguarda l’analisi dei dati di telemetria”.

Abbiamo appena assistito ad un atto di grande perseveranza e determinazione da parte tua, facciamo riferimento alla gara di Brno. Prima del via, eri consapevole delle tue potenzialità, anche se infortunato, o man mano che i giri passavano hai sentito aumentare il feeling e la fiducia nei confronti della tua condizione fisica?

“Prima del via non sapevo cosa aspettarmi: durante le prove, del resto, avvertivo un certo dolore al piede, anche se non a livelli insopportabili. Una volta in gara, però, il piede mi ha dato meno fastidio di quanto mi aspettassi; comunque sia, all’inizio mi sono trattenuto un po’ perché non volevo che il dolore aumentasse nelle fasi finali”.

Stiamo assistendo ultimamente a rapidi salti di categoria, si pensi a Jack Miller in MotoGP dalla Moto3 o a Maverick Viñales che, dopo un solo anno in Moto2, è già pronto ad alzare il livello. Tu cosa ne pensi? Credi in una tipologia di lavoro graduale o pensi che, quando c’è del talento, si possa fare un’eccezione?

“Non saprei rispondere, io sono ancora molto giovane e sicuramente dovessi pensare a un mio passaggio dalla Moto3 direttamente alla MotoGP, lo vedrei come una cosa esagerata! Penso comunque che a prescindere dal talento sia sempre meglio effettuare un percorso più graduale, con il passaggio intermedio della Moto2”.

Si avvicina il Gran Premio di Misano. Immaginiamo che, dopo l’incolpevole ritiro del Mugello, sarai impaziente e voglioso di riscattarti nel secondo GP di casa.

“Misano è ancora di più la mia gara di casa, perché abito a una decina di chilometri dalla pista! Ovviamente non vedo l’ora di correre il Gran Premio, ma in questo momento è difficile fare una previsione, anche se penso che potremo fare bene. Mi piacerebbe molto riprovare a lottare per la vittoria, come accaduto a Silverstone, ma lo sapremo soltanto domenica come andrà a finire… Tornando al Mugello, a prescindere dalla delusione della caduta all’ultimo giro, mi rimane un bel ricordo perché in quella gara ho lottato per la prima volta con i migliori, giocandomi il podio”.

Pregi e difetti di Enea, il pilota.

“Un mio pregio credo sia la capacità di ragionare e di impostare una strategia durante la gara; nel contempo, però, questo è un mio difetto, se mi capita di arretrare di qualche posizione perdo un po’ di lucidità per uno o due giri, anche se poi mi riprendo e riesco a recuperare!”.

Pregi e difetti di Enea, il ragazzo.

“Penso di essere gentile, disponibile e in generale di andare d’accordo con tutti. Però a volte mi arrabbio un po’ troppo per certe cose, anche se forse non lo do a vedere”.

Sappiamo che sei costantemente seguito da tuo padre in giro per circuiti del mondiale, quant’è importante per te avere una figura familiare all’interno dei box?

“Alle gare sono seguito da mio papà, Emilio, oltre che da mio Zio, Francesco. Credo sia abbastanza importante in questo momento per me avere vicino una figura familiare. Sicuramente incide positivamente”.

Immaginiamo, com’è giusto che sia, che il numero di tifosi che ti supportano sia aumentato quest’anno. Che rapporto hai con loro?

“Fa sicuramente piacere avere già dei tifosi, e con quelli che ho avuto modo di conoscere ho un bellissimo rapporto. Purtroppo, ancora non li conosco tutti!”.

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