Simone Corsi, voto 6: Al momento giusto nella posizione giusta. L’italiano disputa la prima gara annuale sotto la luce di una buona stella, traendo vantaggio dal caos generato dalle accelerazioni in anticipo. Figlio delle stelle.
Jonas Folger, voto 6: Da zero a dieci in pochi minuti. Poleman indiscusso, un sovrano preannunciato sin dalle prove che promette fuoco e fiamme già dai primi giri, poi si spegne in uno scivolone da principiante. Dispensatore di illusioni.
Luca Marini, voto 6: Fratello d’arte. Quando si parla di lui viene fuori il parente più scomodo che si possa avere se si gareggia sulle piste del motomondiale, ovvero Valentino Rossi. Il paragone nasce spontaneo, lui abbassa il casco e accelera fino alla zona punti. Concentrazione e nervi saldi.
Sam Lowes, voto 5: Errare humanum est. Secondo nelle qualifiche, nono nella griglia d’arrivo. Ancora penalizzazione di gruppo per non aver rispettato il semaforo di partenza. Breve ritorno ai box, poi scende in pista. Pirata della strada punito.
Thomas Luthi, voto 7: Vince con pochi fronzoli. Niente staccate che spezzano il fiato, nessun duello medievale se non qualche rado sorpasso con Morbidelli. Bandite le chiacchere, ruba dal forziere del podio i suoi 25 punti.
Franco Morbidelli, voto 8: Chi ben comincia è a metà dell’opera. Bastano pochi giri per sventolare la bandiera italiana su per la cornice magica degli Emirati arabi. Peccato per il mancato polso fermo e per l’accelerazione in anticipo che gli costa la penalizzazione dal secondo al settimo posto. Sforzi vani.
Johann Zarco, voto 4: Campione del mondo a metà. Prestazione mediocre, posizionamento nelle qualifiche in seconda fila e partenza anticipata con tanto di segnalazione per rientrare ai box. Un titolo sulle spalle troppo pesante
Alex Rins, voto 5: Dalla prima fila ai box. Anche lui segue la fotocopia dei colleghi che si sono fatti scappare di mano l’acceleratore prima del dovuto. Emozioni e frenesie che si pagano a caro prezzo. Vittima di ansia da prestazione.
Luis Salom, voto 6: Cade dalle nuvole e sale sul podio. Non sa come, quando, dove e perchè, ma riesce ad inserirsi sui primi tre gradini del Qatar grazie al trambusto dei colleghi sulla griglia. Assente nel mirino delle prove, appare quasi spaesato. Vincitore ignaro di tutto.
Mattia Pasini, voto 3: Incastrato nel limbo. Sembra come se dovesse esplodere da un momento all’altro, come se ogni prova, qualificazione e gara dovesse essere quella giusta, ma il trampolino di lancio è difettoso. Una vita da mediano.