MotoGP, il dramma del campione italiano: non può più andare in moto, ha una malattia

La confessione scioccante di un grande ex pilota del Motomondiale e della Superbike ha sconvolto gli appassionati. Ecco cosa è accaduto ad una icona.

Dietro le storie di straordinari interpreti del Motorsport vi sono grandi campioni che hanno attraversato grandi dolori prima di eccellere. In questo caso è la scoperta di una malattia ad aver segnato il destino di un centauro che ha scritto pagine indelebili nel campionato top delle moto derivate di serie.

MotoGP, il dramma del campione italiano:
La confessione scioccante di un grande ex pilota del Motomondiale e della Superbike (Ansa) Motomondiale.it

Il bolognese, Pierfrancesco Chili, è diventato un pro rider nel 1984. Il trionfo nel campionato Europeo Velocità del 1985 con una MBA 125 gli spalancò le porto del Motomondiale. In carriera ha corso 104 GP, vincendo 5 gare ed ottenendo 11 podi. Ha chiuso la sua epopea con 691 punti totali, oltre a 5 pole position e 4 giri veloci. Il 24 aprile 1993 venne arrestato con l’accusa di truffa ai danni dello Stato ed altri reati fiscali, per presunte irregolarità sull’utilizzo di finanziamenti pubblici.

Chili trascorse due giorni in carcere perchè aveva semplicemente prestato delle somme di denaro alle persone che avevano commesso gli illeciti. Chili tornò in sella alla Yamaha in classe 250, dove totalizzò 106 punti totali. Nell’annata precedente aveva concluso il campionato nella classe di mezzo al terzo posto con l’Aprilia. Dopo un anno sabbatico si lanciò in Superbike in sella alla Ducati. Divenne un portabandiera della casa di Borgo Panigale. Nel 1998, infatti, ebbe in dote una 916 ufficiale nel team Ducati Corse ADVF di Virginio Ferrari.

Sino alla penultima gara di Assen, mentre lottava per il trionfo, scivolò dopo una lotta accesa con Fogarty. L’inglese fu accusato di una guida pericolosa. I rapporti si fecero infuocati e alla fine, nella stagione successiva, il pilota decise di salire in sella ad una Suzuki GSX-R750 nel team Alstare Corona, portando alla squadra le prime vittorie in gara nel mondiale Superbike. Il suo stile di guida era estremo come quello di Marquez.

Chili, una vita a full gas

La sua ultima annata di alto profilo avvenne in Ducati. Continuò a correre con la 998 in quanto sulla nuova 999 non aveva riscontrato delle buone sensazioni. Tornò a lottare per il titolo, ma chiuse l’annata con un mesto quinto posto. Il passaggio in Honda decretò la fine della carriera del bolognese. Concluse la sua epopea in SBK nel 2006 con una quindicesima piazza a Magny Cours.

MotoGP, il dramma del campione italiano
Pierfrancesco Chili (Ansa) Motomondiale.it

Chili purtroppo ha scoperto di avere il Parkinson. “Avevo questa vibrazione alla mano e inizialmente pensavo fosse una questione di nervosismo, poi sono andato da due neurologi ed entrambi mi hanno diagnosticato il Parkinson – ha confessato il rider bolognese – Il tremolio continuava e quindi mi sono convinto ad andare all’ospedale Bellaria di Bologna, lì mi sono sottoposto ad una scintigrafia cerebrale a medicina nucleare da cui è venuto fuori che alcune cellule del mio cervello non producevano più la dopamina e questo ha procurato il morbo di Parkinson“.

Il pilota non ha potuto più provare l’ebrezza delle moto per un mancato controllo stabile sull’acceleratore. “Oggi sto prendendo delle pasticche per una terapia che mi dicono essere soft però ancora devo fare i conti con i sintomi del Parkinson e ogni anno devo andare all’Istituto Neurologico ‘Carlo Besta’ di Milano per fare un controllo. Io mi sento di star bene anche se ovviamente faccio molta più fatica a fare tutto ciò che facevo prima. Però non mi lamento perché so che c’è tanta gente che sta peggio di me“.

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