MotoGP, Marc Marquez: “Se ti difendi bene, nessuno può attaccarti”

Una domenica sul circuito di MotoGP di Assen ha offerto agli appassionati delle due ruote un copione che, pur nella sua prevedibilità, continua a lasciare senza fiato: Marc Marquez al primo posto, di nuovo. Con il sesto trionfo stagionale, il terzo di fila, lo spagnolo della Ducati consolida la leadership, lasciando a distanza il fratello Alex, fermato da una caduta, e Pecco Bagnaia, terzo in gara e in classifica generale.

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Il numero 93, partito dal quarto posto, ha impiegato appena sei giri per prendersi la testa e non l’ha mollata più sino alla bandiera a scacchi, arginando i tentativi di Marco Bezzecchi come un veterano che conosce a memoria la mappa del circuito e i varchi da chiudere con decisione.

L’ennesimo capolavoro di Marc ad Assen

Per gli appassionati e per chi segue le scommesse per la MotoGP il weekend olandese ha rappresentato l’ennesima conferma: quando Marc Marquez fiuta l’occasione, difficilmente la spreca.

Il sorpasso al fratello Alex ha aperto la strada a un percorso interrotto soltanto dal tentativo, mai trasformato in attacco concreto, di Bezzecchi. La strategia, costruita su una partenza prudente e un ritmo crescente, si è rivelata vincente in un tracciato in cui la traiettoria ideale concede poco spazio all’inventiva.

Il capolavoro, quindi, non risiede soltanto nella velocità pura, quanto nella capacità di leggere la gara curva dopo curva, chiudendo le porte in ogni settore sensibile e spingendo forte nei punti di forza, prima di tutto il cambio di direzione nella sezione veloce che conduce alla doppia curva finale.

Oltre alle doti in sella, emerge la tenacia di un pilota che, malgrado le cadute del venerdì precedente, ha trovato nel dolore un alleato: l’adrenalina. Terminato il warm-up, confessava di sentirsi a pezzi. Al via della gara, però, la vista del semaforo spento ha cancellato ogni fastidio.

È questo insieme di tecnica e resistenza fisica a rendere Marc Marquez, ancora una volta, il pilota da battere, il riferimento con cui gli avversari devono fare i conti prima di sognare la vittoria.

La strategia difensiva per la vittoria

Se ti difendi bene, nessuno può attaccarti. È questa la frase, pronunciata da Marc Marquez, che sintetizza la filosofia che lo ha guidato in gara. Sapendo di soffrire leggermente alla curva 11-12, lo spagnolo ha impostato un ritmo tale da impedire alle Ducati e all’Aprilia alle sue spalle di preparare l’affondo in quel punto delicato.

La gestione delle gomme merita un capitolo a parte. Il consumo del posteriore può trasformare la parte finale della corsa in un incubo, ma Marc Marquez ha creato un equilibrio tra accelerazioni e frenate con la consapevolezza di chi conosce perfettamente ciò che si può fare, arrivando agli ultimi giri con un livello di usura inferiore rispetto ai rivali.

Il risultato consiste in un avversario che sembra imbattibile per la freddezza con cui preserva il potenziale tecnico fino all’ultimo metro.

La classifica di MotoGP

Con i 25 punti del Gran Premio, Marc Marquez sale a quota 307, un numero che gli consente di vantare 68 lunghezze di margine sul fratello e 126 su Bagnaia. Numeri che, messi a confronto con la storia della top class, impressionano: la vittoria di Assen è la 68esima nella categoria regina, lo stesso numero raggiunto da Giacomo Agostini.

In bacheca entra quindi un traguardo simbolico che colloca Marc Marquez tra i fuoriclasse a due ruote, confermando la sensazione che, con questo ritmo, superare la soglia delle 70 vittorie è questione di poche gare.

Sul fronte costruttori, la Ducati continua il proprio dominio con 356 punti, mentre Aprilia e KTM inseguono da lontano. La Ducati sfrutta una tecnica capace di adattarsi a circuiti di natura opposta. E quando al manubrio siede un pilota capace di agire con molta precisione, la combinazione diventa quasi imbattibile.

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