Casey Stoner lascia il Motomondiale e si dedica alla famiglia

Casey Stoner, going fishing

Casey Stoner ha dato l’addio alla sua carriera motociclistica, salutando tutti i tifosi dall’ultimo podio conquistato nell’ultimo gran premio di Valencia. Una carriera, la sua, adornata da due titoli da campione del mondo e numerose vittorie conquistate.

Un addio un po’ strano e sopra le righe, polemico anche, quando a maggio 2012 l’australiano, in conferenza stampa annuncia il ritiro c’è amarezza, dichiara di essere stressato ma soprattutto “deluso” dal circus della MotoGP, ed a soli 27 anni decide di smettere di correre per dedicarsi alla sua famiglia.

Il suo addio lascerà un grande vuoto nella MotoGP e nel cuore dei suoi numerosi tifosi, amato per il suo carattere tranquillo e atipico nel paddock e per la sua straordinaria grinta e aggressività in pista.

Gli esordi
Casey dimostra ottime capacità già da bambino, vincendo un titolo nazionale molto presto. I genitori, una volta dedotto il talento del giovane, vendettero casa e terreno e si trasferirono in Gran Bretagna per far correre il piccolo Casey in campionati più combattuti. Qui, tra il 2000 e il 2002, vinse il titolo 125 del campionato inglese. A questo punto Casey era pronto per il mondiale.

Nel 2003 Lucio Cecchinello lo ingaggia per correre con la sua Aprilia. Durante l’anno, Stoner riesce a vincere il suo primo gran premio, arrivando terzo a podio altre due volta, finisce l’anno all’ottavo posto. L’anno successivo corre con la KTM ufficiale, finendo il mondiale al quinto posto. Il 2005 l’Aprilia lo mette sotto contratto per correre in 250. Il campionato lo vede protagonista, solamente una caduta nella gara di casa, gli fà perdere il mondiale a favore di Dani Pedrosa.

Il 2006 e l’anno del debutto in Motogp con la Honda di Cecchinello. Durante il primo mondiale nella classe regina, Stoner cade molto ma riesce a ottenere una pole position e un secondo posto. Archiviato l’anno sotto tono, la Ducati gli offre un posto in scuderia che Casey accetta con entusiasmo.

Il primo titolo
Casey con la sua Desmosedici GP7 si trova benissimo e nel 2007, al suo secondo anno in Motogp, stravince il suo primo Campionato Mondiale con 125 punti di distacco dal secondo in classifica, Dani Pedrosa. Il suo peggior risultato durante l’anno è un quinto posto che gli permetterà di vincere il Mondiale.

Nei due anni che seguono, complice un Valentino Rossi in grande spolvero e una Ducati sottotono, non riesce ad imporsi, riportando numerose cadute e problemi di salute.

La conferma sul tetto del mondo
Nel 2011 passa alla Honda che, abbinata al suo grande talento, sembra non avere rivali in grado di batterla. Stoner vince il mondiale con due giornate di anticipo e con 65 punti di distacco dal secondo. Casey riesce a vincere 10 gare su 12 pole position, un campionato indimenticabile.

Il 2012 è l’anno in cui annuncia il ritiro dalla MotoGP. Casey cerca di uscire di scena nel migliore dei modi, ma complice una frattura alla caviglia, arriva terzo facendo vincere nuovamente Jorge Lorenzo. Casey riesce tuttavia a vincere 5 gare e a conquistare 10 podi.
Stoner, nei suoi anni in MotoGP, ha totalizzato 38 vittorie, 11 secondi e 20 terzi posti, solamente tre piloti hanno fatto meglio di lui, Valentino Rossi, Giacomo Agostini e Mick Doohan.

Casey Stoner, con il suo carattere atipico, è stato un pilota straordinario e il mondo delle motociclette perderà un grandissimo campione sia fuori che in pista.

La storia insegna che sono strani questi “australi”, pensando a Stoner non si può fare a meno di pensare ad un altro big del motociclismo, un certo Troy Bayliss, classe ’69, tre volte campione del mondo Superbike, che si è ritirato a 39 anni annunciando, come Stoner, il ritiro dalle corse ad inizio stagione, nel 2008, chiudendola trionfalmente con il terzo titolo iridato.

Bayliss a differenza dell’ex pilota Honda non ha mai nascosto la nostalgia del paddock, e più volte ci sono stati contatti (anche con la Ducati stessa) per un suo rientro. Chissà cosa darebbe Troy per avere l’età di Casey, e poter scendere ancora in pista, ma soprattutto, chissà se anche Casey sentirà la mancanza del paddock e tornerà sui suoi passi.

 

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