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Formula1

Il pilota ideale di moto esiste davvero?

Diventare un professionista ed emulare le gesta di Valentino Rossi è il sogno di tanti ragazzi, ma poi solamente in pochi riescono veramente in questo intento. Colpa solamente di una questione di genetica e di talento? Assolutamente no, anche per via del fatto che, nel corso degli ultimi, anche il settore motociclistico è cambiato notevolmente e si è evoluto.

Se fino a qualche decennio fa anche senza un’adeguata preparazione fisica, ma con una smisurata dote di talento data da madre natura era possibile quanto affacciarsi ad alti livelli, al giorno d’oggi è tutto radicalmente cambiato. Un professionista non può essere solo quello che guida bene. Infatti, di pari passo va predisposta anche un’apposita preparazione psicologica e mentale. Insomma, a cambiare è tutto lo stile di vita del pilota, che deve essere modellato proprio in base alle esigenze che questa disciplina sportiva comporta.

Il pilota di moto, in equilibrio tra preparazione fisica e mentale

Anche la preparazione mentale è diventata fondamentale nel motociclismo moderno. Così come in altre discipline sportive essere focalizzati sull’obiettivo ed elaborare in breve tempo una strategia vincente è la chiave per il successo. Ci sono numerosi parametri mentali che vengono presi in considerazione nel momento in cui c’è da approfondire e da analizzare una prestazione in pista. Ad esempio, un parametro da considerare può essere certamente quello dello stress emotivo. Nel momento in cui un pilota ha poca confidenza con le gomme, con la moto, ma anche e in modo particolare con il tracciato, è chiaro che le frequenze cardiache medie presentano uno stretto rapporto con i tempi fatti sul giro. La frequenza, di conseguenza, aumenta in modo proporzionale rispetto al ridursi dei tempi sul giro. Quando il pilota rallenta oppure compie un errore ad un certo punto della pista, ecco che la frequenza riprende a salire.

E poi, ovviamente, la velocità in pista. Diversi direttori sportivi hanno messo in evidenza come, se un giovane riesce ad essere già performante quando gira alle prime occasioni, allora poi si può intervenire modificando e migliorando lo stile di guida, cercando di capire quali possano essere i talenti oppure le abilità specifiche che si hanno in dote.

Quindi, un primo consiglio per diventare davvero un pilota di moto professionista è indubbiamente quello di girare tantissimo. Secondo tanti direttori sportivi è importante fare esperienze su tracciati completamente differenti. Un buon cv per un giovane pilota che si vuole affacciare al mondo della MotoGP è certamente quello che comprende gare di motocross, supermotard e, in ogni caso, aver affrontato numerosi chilometri su sterrato. La corsa in moto è uno sport che richiede una resistenza fisica notevole e, di conseguenza, c’è bisogno di essere il più pronti possibile per affrontare uno sport del genere. il fatto di praticare mountain bike, BMX e altre attività simili può dare certamente una mano.

L’importanza di allenarsi in moto ogni giorno

Per arrivare in MotoGP ci sono tante competizioni ed eventi che possono fare al caso dei giovani piloti. Certo, non è l’unico sistema per riuscire a raggiungere grandi traguardi, ma è sicuramente uno dei migliori per potersi mettere in mostra, in modo particolare per tutti quei giovani talenti che non dispongono di elevate risorse economiche.

L’allenamento in moto è un altro aspetto fondamentale: l’obiettivo deve essere quello di cercare di migliorare giorno dopo giorno il proprio feeling nei confronti della moto che si guida. Di conseguenza, si deve correre in pista con l’intento di fare del proprio meglio senza riflettere troppo in riferimento alla tecnica. In questo modo, si può “liberare” quella parte di istintività e di naturalezza che fa la differenza quando si è alla guida. Ad esempio, si ha maggiore libertà di pensiero per concentrarsi sulle tattiche da adottare durante la gara oppure sulle migliori traiettorie che bisogna seguire in pista.

Per quanto concerne la preparazione a livello fisico, il consiglio migliore da seguire è quello di non improvvisare e diventare coach di sé stessi, ma farsi seguire da dei preparatori atletici esperti, che siano in grado davvero di stilare dei programmi di allenamento personalizzati in base alle esigenze di ciascun atleta, soprattutto dal punto di vista muscolare.

Redazione

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